venerdì 20 novembre 2015

Il mio diario personale

Se non posso sfogarmi qui, non ha nemmeno senso tenere aperto questo blog. Per chiunque capiti qui, che oramai sembra una landa desolata: andatevene. E scusatemi.
Scusate perchè sono un persona imprecisa, distratta, e lenta. Lenta in un mondo che mi vuole velocissima e senza mai fare errori, che mi lascia indietro col nodo alla gola e le viscere che si attorcigliano. Non posso spiegare la terribile sensazione di essere inadeguata in tutto quello che faccio a lavoro. Sento di essere sbagliata in tanti modi, come un pesce a cui si chiede di arrampicare su di un albero. Magari saprei nuotare anche discretamente, ma non ci riesco a salire questo fottuto albero, io ci provo a saltare, ma non riesco ad aggrapparmi nemmeno ai rami più bassi. Nemmeno a quelli.
La mia inadeguatezza mi soffoca come un pugno in bocca.
Si potrebbe dire che in fondo è solo lavoro, la vita è altro, ma io non ce l'ho più una vita. Sono chiusa fino a notte fonda a lavorare, qui a Dublino, mi sveglio di notte e mi sembra che le pareti della anonima stanza d'albergo si chiudano su di me. Non so più nemmeno cosa sia la luce naturale, non la vedo quasi mai. Non ho più interessi. Il mio unico desiderio quando ho un momento libero è sdraiarmi e dormire. Non credo di essere depressa, oddio spero di no, semplicemente sono così stanca di pensare, di usare il cervello, di andare sempre a 180 km/h con la seconda marcia inserita, che non voglio vedere altro.
Anche se vengo invitata a vedere qualcosa di bello, o non ho le forze per vestirmi e uscire, oppure sono impossibilitata per gli orari improponibili o perchè sono all'estero.
Non mi viene più nemmeno da disegnare. Non esce niente da quella penna che tengo in mano, è sterile come la vita che porto avanti adesso. Niente di niente.
Mi domando se vale la pena tutto questo, la risposta è ovviamente no, ma come da molto tempo a questa parte, io non posso uscirne.
Vorrei sparire.

6 commenti:

clara ha detto...

tra qualche giorno ti abbraccio fortissimo!

Anonimo ha detto...

https://youtu.be/Rf-jLIA1zsQ

thecatisonthetable ha detto...

Non lasciar che il brutto ti fagociti.
È dura, lo so, ma prendi in mano la situazione e fai qualcosa. Non c'è somma che possa ripagare tutto il malessere che porti addosso.

Te lo dice una che oramai 5 anni fa non stava bene ("in come" uso definirlo) e ha mandato a puttane un lavoro che amava perchè non ha avuto la forza di fare qualcosa di sensato per cambiare la situazione.

Tieni duro. Cambiare si può. Stare bene anche. .

Anonimo ha detto...

che succederebbe se invece ti fermassi e non accettassi più di vivere questa non-vita?

Rompina

Viviana B. ha detto...

Zion, non ti scrivo niente di nuovo perché tutto quello che potevo dirti circa la tua non-vita e il tuo lavoro l'ho già detto in diversi commenti sparsi qua e là in questo blog. Perché non è la prima volta che ti rendi conto del fatto che così non si può continuare. E non è questione di inadeguatezza nè di pigrizia, è che i pesci non si arrampicano sugli alberi!
Ti lascio un abbraccio, forte, perché anche se non ci conosciamo davvero sai che a te ci tengo e che mi ferisce sempre leggere che stai tanto male.

Aria ha detto...

spero che questo momento passi, che tu riesca a superarlo in qualche modo, se lui non supera te. Prendi in mano la tua vita, tu sai quello che vuoi!