Venerdì

Il fatto che venerdì sera mi sia fatta forza per uscire perchè dovevo vedere una cara amica che si è trasferita altrove mi ha fatto sentire vecchia. Arrivata però al luogo dell'appuntamento, le mie amiche erano abbastanza in down mentre a me la stanchezza si dissipava come nebbia al mattino. Ho fatto una metafora sbagliata: chi abita vicino a Milano (o peggio, Piacenza) sa che al mattino la nebbia ristagna ancor più densa e umida che mai. Una cappa soffocante che non ti abbandona mai, e rende grigie le più interessanti giornate di sole.
Torniamo a venerdì sera: all'una passata riaccompagno a casa chi di dovere, e mi immergo nei pensieri mentre guido in una zona che mi ha fatto ricordare solenni bevute con un vecchio gruppo di amici, che ho rivisto da pochissimo dopo anni e anni di latitanza. Gli anni della mia adolescenza si erano intrecciati con questi ragazzi e non riesco a non sentirmi legata in qualche modo a loro nonostante tutto.
Mando un sms lanciando la proposta di una birra a uno dei ragazzi, non essendo sicura del feedback che riceverò. Ma l'idea di tornare a casa mi infastidisce, avevo voglia di stare ancora un po' in giro e divertirmi, tanto Claudio sarebbe tornato solo al mattino dopo.
Sono finita su un divano con un amaro in mano, di quelli che scaldano il cuore, a ridere come una pazza e a chiaccherare tranquillamente e sentendomi quasi a casa. Quasi a casa. Io non so se si rendono conto che effetto fanno alle persone che gravitano intorno a loro, ma quando sono assieme si creano quelle forze armoniche di complicità che trascinano tutti in una ilarità spontanea e travolgente...è bellissimo.
Vorrei poter catturare quest'atmosfera e tradurla in un quadro, se solo ne avessi il tempo. Forse un giorno...forse.