Lo sapevo: no, seriamente: lo sapevo. Lo sapevo che non sono capace di stare ferma passivamente, lo sapevo che se non sento di star pianificando, escogitando vie di uscita, non sono più io.
E quindi? E quindi stamattina grande riunione di strategie, per capire cosa mi aspetta in futuro, per capire quali sono le possibilità vere, concrete. Poche, lontane, e chissà, ma stavolta a indirizzare e a dire cosa fare o non fare sono io. Non qualcun altro. E' vero, non esiste la perfezione e i miei sogni rimangono solo sogni, a prendere polvere. Quelli mi sa che ci resteranno lì a lungo. :-/
Ma restando sul concreto, adesso voglio provare a fare cose che abbiano un senso per me, non per il resto dell'universo, per ME.
Ho parlato chiaro e messo le carte sul tavolo. I giocatori hanno guardato, e spiegato le possibilità delle carte che anche loro hanno in mano. Non ho in mano io il gioco, ora tocca ad altri. Ma tornerà ad esserci la mia mano, butterò sul tavolo quello che riesco e forse non perdo proprio tutto.
Ci ho messo due mesi a elaborare il lutto di quella parte di me che pensava di poter fare quello che aveva sempre voluto. Ok, seppellito il sogno impossibile, buttati i fiori sulla terra smossa, resta solo quello possibile, perlomeno non improbabile.
Resto sul concreto, perchè castelli in aria non sono capace a farne. Concreta, a testa bassa. Mi pongo un obiettivo e vedo se posso raggiungerlo.
Le sensazioni del lunedì rimarranno, quello lo so: il mio lavoro mi fa veramente troppo, troppo cagarissimo. Però come sempre, il lavoro che faccio non è la mia vita: la mia vita è altro. E' ora di ricordarmelo e di vivere di conseguenza.
Cos'è nowhere in my mind? Un tentativo di eliminare per sempre la cartastraccia, uno sfogo alla megalomania? Un modo per essere spiati dal buco della serratura?Un diario, un noioso, intimo diario. Se ci si incappa per sbaglio, pazienza, è come trovare un foglietto per strada mezzo scritto. Di chi è, di chi parla, nessuno potrà mai capirlo e saperlo se non per qualche strano evento del destino, che ci tratta come bambole di pezza con cui giocare e poi da buttare via.
martedì 26 maggio 2015
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Leggere cose come "Il lavoro che faccio mi fa troppo cagarissimo" mi spiace molto. Lo so che è così, che è vero: non è la prima volta che lo scrivi e quindi credo sia profondamente vero. Per questo mi dispiace. Perchè so che bisogna fare i conti con i sogni e la vita reale (che se non son più giornalista un motivo ci sarà...), prendere quello che la nostra esistenza ci offre e cercarne di cavarne il meglio possibile. Che dire? Ti auguro tutto il bene del mondo!
Che amarezza cara amica mia. Ma non tutto è perduto e incrocio le dita per te affinché non sia per sempre. Ti abbraccio forte
Che amarezza cara amica mia. Ma non tutto è perduto e incrocio le dita per te affinché non sia per sempre. Ti abbraccio forte
Che amarezza cara amica mia. Ma non tutto è perduto e incrocio le dita per te affinché non sia per sempre. Ti abbraccio forte
Posta un commento