sabato 31 marzo 2012

Momenti di passaggio

Sto molto meglio tanto da poter tornare a lavoro.
Non ne sentivo la mancanza onestamente!!!

Comunque in queste due settimane (quella appena conclusa e la prossima) sarò impegnata con due corsi, il che significa alzarsi ogni mattina alle 6:30 o giù di lì per poter prendere un treno certamente in ritardo che mi porti a lavoro, in questo ameno posto lontano da casa mia.
Preferisco così a quello che mi aspetta DOPO pasqua, alias settimane di studio/lavoro su un sistema che mi fa schifo e che odio.
Posso dirlo con una certa cognizione di causa: odio il mio lavoro. Il giorno in cui ho deciso di entrare nell'azienda di famiglia, mi sono praticamente arrotolata una catena al collo e ho smesso di decidere.
Ho chiesto formalmente un part time, tra parentesi, perchè part time potrei anche e volentieri spalare merda tutto il tempo, non mi importerebbe.
Ma ovviamente la risposta è stata NO MI SPIACE.
No mi spiace perchè devo fare questo e quell'altro. No mi spiace perchè dovrò prendermi delle responabilità in azienda in futuro. No mi spiace perchè si conta su di me per questo e per quello.
A me delle responsabilità non interessa proprio niente. Io non sono una di quelle che scalpitano per diventare capi o team leader o altro...onestamente del mio lavoro non me ne frega proprio niente.
Io lavoro per poter fare ALTRO dopo il lavoro. Potessi stare a casa a coltivare la mia passione per l'illustrazione, per le sperimentazioni di cucina vegetariana (che peraltro pratico con scarsi risultati nei ritagli di tempo libero), se potessi stare a casa per passare il tempo a curarmi la schiena, a curarmi l'allergia, a curarmi la pelle, beh insomma non mi dispiacerebbe affatto.
Se potessi stare a casa per dedicare il mio tempo a battaglie di civiltà su temi ecologici, di sostenibilità ambientale e di integrazione tra le culture, poi, ne sarei felicissima. Ho un mucchio di idee in proposito su quello che si potrebbe fare a livello locale in merito. Cose piccole, dal basso, fattibili ed economiche, per cambiare la mentalità dei brianzoli che abitano da queste parti. Tanto si può fare, sarebbe bellissimo poterlo fare, invece per poter pagare il mutuo e le mie spese devo necessariamente lavorare su argomenti che non solo non mi interessano, ma non trovo neppure utili al mondo.
Lavoro con clienti che spesso disprezzo se non addirittura boicotto come consumatore, per migliorare e massimizzare i loro profitti riducendo i loro costi. Mi detesto. Sono una idealista che per necessità fa grandi sorrisi dove vorrebbe invece sputare in faccia. Questa io la chiamo ipocrisia, e mi faccio una rabbia che non vi dico.

ps. e no, non cambio lavoro.

3 commenti:

Viviana B. ha detto...

Mi spiace. Per te, per tutto.

Carla ha detto...

Non è ipocrisia, questa società ci ha cresciuti così. Convinti che sia necessario lavorare 8-9-10 ore al giorno per poter sopravvivere, perché di questo si tratta, senza coltivare nessuna delle nostre passioni, lasciandoci dietro quello che siamo. E morire con mille oggetti (tra cui la casa di proprietà, e una vita fatta di solo lavoro).
Questo video me l'hanno passato qualche giorno fa ed è il mio pensiero:
http://youtu.be/5YANjIKfNEo

Zion ha detto...

@vivib: non dispiacerti, sono solo incavolata con me stessa, non sono triste :*

@carla: bellissimo video cazzo!!!