venerdì 13 marzo 2015

La negazione della realtà

Nella mia famiglia di origine si è sempre verificato un interessante fenomeno di rimozione in blocco.
Qualunque problema, dal più piccolo al più grande, viene ignorato come se non ci fosse. Si nega anche l'evidenza, anzi soprattutto quella. Il problema non c'è, non viene menzionato e non esiste spazio per alcun dubbio che tutto stia andando bene e sia tutto perfetto fino a quando poi la situazione è talmente nera che qualcun altro di esterno non interviene e dice ad alta voce quello che mia madre - fulcro gravitazionale della mia famiglia di origine - non ammette mai e poi mai ad alta voce.

Mia madre ha un quoziente intellettivo particolarmente alto, ed è innegabilmente una persona dotata e preparata, eppure assume questo atteggiamento di negazione della realtà che mi sembra impossibile da accettare.
Per contro, una figura di riferimento molto importante nella mia vita mi dimostra da 20 anni che c'è un'altra strada che si può percorrere, quella del dialogo e del voler comunicare a tutti i costi. Coi suoi figli sta costruendo quel canale aperto di comunicazione e dialogo che io avrei sempre desiderato avere con i miei genitori. Sarebbe stato un sogno poter aprirmi con loro e veramente confrontarmi su temi difficili, almeno per me, e sentirmi meno sola nel tortuoso cammino adolescenziale.
Che sì, è un percorso di inevitabile distacco dalle figure parentali, ed è normale avere contrasti in casa, ma non è normale invece la chiusura a qualsiasi dialogo che ho sempre riscontrato nei miei genitori che sembravano tapparsi le orecchie con le mani lallando come neonati non appena cercavo di discutere di argomenti per me importanti e vi assicuro assolutamente leciti.

Insomma, nonostante i miei quasi 35 anni, ancora riesco a strabiliarmi del potere che ha mia madre di farmi bruciare dentro. In questo periodo di grande sofferenza per me (non solo per me, me ne rendo conto), la concomitanza di più situazioni mi sta letteralmente vampirizzando le energie, e fatico davvero a restare a galla.
Dopo i miei medici che mi hanno sgridata e cercato di indirizzare correttamente sulla buona strada dell'alimentazione e della cura di me, ieri sono andata a farmi fare un massaggio alla schiena dalla mia massaggiatrice thailandese.
E' bravissima, fa un male cane ma è un massaggio molto efficace. Mentre mi massaggiava, ha commentato nel suo italiano stentato: "Corpo senza energie, tu senza energie. Troppo poche energie!", scuotendo la testa.
Persino lei me lo dice...l'ho raccontato a mia madre che ha detto:

"forse mangi troppo poco!".

Non sto a descrivervi come mi siano rotolate lontanissime le palle. Lontane, lontane...ma ci è o ci fa?
No, dai, ma per favore. Era la seconda volta che mi ha fatto cadere la mascella ieri, visto che al mattino è venuto fuori che pensava io fossi contenta di cominciare questo nuovo progetto.
Scusate, cerco di ripeterlo perchè non ci credo ancora: pensava io fossi contenta di cominciare questo nuovo progetto.

Per essere un genio, è davvero la persona più ahehm INGENUA che io conosca. CONTENTA??? Contenta di cosa??? Di lavorare anche nel weekend? Di stare lontano senza vedere mio marito??? Di passare più tempo in albergo che a casa??? Di non potermi licenziare da un lavoro che non sopporto più??? Di dover rinunciare a tutti i progetti che stavo facendo???

MA DI CHE COSA SI DROGA???

Diciamo che questa è la ciliegina di questo periodo orrendo.
La nota positiva? Mio marito, con pure tutte le difficoltà comunicative che lo contraddistinguono, è capace di starmi vicino. Io mi allontano, e lui mi riacciuffa. Ecco, sono come un palloncino di elio legato a un filo sottilissimo, solo che chi mi tiene per bene a terra è lui, che si fa il nodino al dito in modo da non perdermi e tenermi ancorata.
Allora via, provo un nuovo approccio:
"coi miei tempi". Una cosa che non faccio mai, quello di cercare di rispettare i MIEI tempi, visto che la mia vita lavorativa è caratterizzata dalle scadenze che non si possono bucare. Tanto per capirci, lavoro in posti dove alle pareti ci sono enormi cartelli che urlano FAILURE IS NOT AN OPTION.
Bene, proviamo a fare invece una inversione di marcia. Coi miei tempi, col mio passo. "Impegnati meno" ha detto mio marito. Mi sa che ha ragione, altrimenti finisco in ospedale e non sto esagerando. Less is more, si dice da qualche parte. Facciamone una filosofia di vita, o almeno proviamoci.

9 commenti:

Viviana B. ha detto...

Certo che tuo marito ha ragione! Se devi proprio fare quello che DEVI fare - perchè non hai via di scampo, e mica sempre la vita ci offre vie di scampo - allora fallo, ma con i tuoi tempi. Ascoltando tuo marito, che ti ama. E pure i medici che ti sgridano (ma per il tuo bene). E anche la massaggiatrice thailandese (che ti fa un male cane, ma per farti star bene). E poi, se ancora non sei stanca di ascoltare chi parla per il tuo bene, dai un pochino retta anche a me, che nel frattempo ti mando un abbraccio grande.

clara ha detto...

parole sagge, @viviana!
soprattutto fai quello che puoi e non quello che devi, perché ti è già stato spiegato da diversi medici e roba simile che sei ben oltre i tuoi limiti di sopportazione (fisica, minchia!), oltre quello che puoi.
tieniti stretto quell'ometto delizioso che hai per marito <3

Anonimo ha detto...

Se tutto va storto, prova ad inclinare la testa...

Sempre Mamma ha detto...

Per fortuna che hai accanto a te una persona valida, che ti sostiene e ti riacchiappa

Aria ha detto...

bellissimo post, sai?l'amore che descrivi nelle parole dedicate a tuo marito è bellissimo, si vede quanto ti fidi di lui. Ma anche nel parlare di tua madre si sente un affetto e un'ammirazione che mi commuovono, e tu sai perchè. Anche a casa mia i problemi non esistevano...del mio vero padre morto per droga o della morte di mia madre per malattia non si poteva parlare, enonostante mio nonno sia una persona in gambissima, sensibile e meravigliosamente intelligente, nonchè un suonatore bravissimo di clarino. No, i problemi non c'erano...e io mi sentivo schiacciata. Però, forse, fa parte del loro modo di proteggersi e proteggere noi. In realtà ci fanno fare il triplo della fatica, ma in cuor loro, secondo il loro modo di vedere le cose, così annullano il problema per noi. Sono convinta che sia a fin di bene. Il risultato è che io inondo mio marito di parole, e penso anche tu. Se dall'altra parte hai qualcuno che ti capisce e ti riacciuffa...allora hai vinto il superenalotto. Quanto a tua madre, accettala così com'è...ti ama più di tutto quel che esiste al mondo...abbracciala forte, tu che puoi!

paroleperaria ha detto...

Fortunata per il marito che ti riacciuffa :) in bocca al lupo!

ondalunga ha detto...

I tuoi tempi. Esatto. Sennò? Sennò che vadano a quel paese, che possono farti, lincenziarti perchè lavori otto ore al giorno?
Questa mania di spaccarsi il didietro al lavoro è solo ITALIANA. Credimi, io e il mio uomo abbiamo frequentato paesi occidentali dove la produttività è il triplo che da noi ma lavorano la metà. Perchè? Mistero.
ma nella vita non c'è solo il lavoro. E comunque non c'è solo un lavoro. Tieni duro, Zion.

Carla ha detto...

Inutile dirti "tieni duro" anche perché è l'unica cosa che puoi fare. Ma ha ragione tuo marito, fai quello che puoi, non strafare, ma soprattutto con i tuoi tempi. Baci, capo...

Zion ha detto...

@vivib: ti abbraccio tanto tanto anche io!!!

@claretta: lo farò <3

@met: m'è venuto er torcicollo!

@moky & paroleperaria: sì, per fortuna ho lui e per fortuna ci sono delle blogger che mi fanno sentire il loro sostegno! Grazie!!! :-)

@aria: sono d'accordo con te, è a fin di bene. E' solo una pasticciona che non sa affrontare certe situazioni in maniera compatibile con il mio modo di affrontare le cose. l'abbraccerò senza dubbio, le tue parole mi colpiscono sempre. Sei davvero dolcissima!!!

@ondalunga: esatto, tutta italiana 'sta mania. Vorrei poterlo dire senza dover lavorare ancora un paio d'ore a quest'ora della sera...ma purtroppo...

@carla: voglio un'altra seratina io e te a parlottare assieme. Spero possa capitare ancora!