lunedì 25 maggio 2015

Quella sensazione

Quella sensazione di quando alzi gli occhi, lunedì mattina, stretta nel tuo soprabito blu, e pensi: "ma perchè devo chiudermi per così tante ore (9, 10, 11, 12...) in un ufficio, perdere tutto il mio tempo a fare un lavoro che mi fa schifo, osservare la mia vita che scappa sotto al mio naso, senza avere il potere di decidere nulla?".
Ti senti così piccola, insignificante, e sai perfettamente che tutto questo non ha un senso. Guardi il palazzone griglio in centro, dove i tram sferragliano, le persone sono tutte elegantissime e i cartelloni pubblicitari sono più grandi del tuo condominio brianzolo.
Guardi le tue scarpe lise, con la pelle che si è alzata in più punti a fare un effetto ragnatela, e pensi che la discesa è così dolce che manco ti accorgi di averla intrapresa. Semplicemente scivoli giù e pensi che non ne uscirai mai.
Tutte le promesse sono bolle di sapone. E' come quando ne guardi una, che da colorata diventa grigia e incolore, un attimo prima di scoppiare.
Ho addosso questa rassegnazione che non mi rende triste, anche perchè odio essere triste, lo trovo così una perdita di tempo...ma è una rassegnazione fintissima, sono in attesa di un piccolo "la". E poi?
E poi non so, non so nemmeno cosa succederà domani, anzi, questo pomeriggio.
Invidio molto quelle persone che la mattina sanno esattamente come si svolgerà la giornata, i propri compiti, la propria posizione. Sanno qual è il loro lavoro, sanno cosa ci si aspetta da loro, sanno che a una certa ora usciranno da quell'ufficio e andranno a prendere i loro figli, prepareranno i compiti assieme, faranno la cena in una casa imperfetta ma accogliente.
Io sono tornata dalla Polonia e non so nemmeno se devo prendere un altro aereo da qui a due mesi oppure se mi rilasciano dal progetto o cosa.
Boh.

4 commenti:

Sempre Mamma ha detto...

La routine a volte può essere pesante a volte confortevole.
La mia vita si svolge più o meno sempre nel solito modo, non so mai in che giorno sono al lavoro però e questo è per certi versi fastidioso perchè non posso organizzare niente.
Se esci dal progetto secondo te andrebbe meglio?

Zion ha detto...

no, anzi, sarebbe peggio. Il mio lavoro (consulenza informatica) è così tutto, oggi sei qui, domani sei lì, non sai nè con chi nè di cosa dovrai parlare. Avere un progetto lungo significa cominciare a prendere confidenza con il sistema del cliente, e quindi diventarne un po' esperto dopo qualche mese, e sentirti più sicuro (sicurA nel mio caso).
Cambiare continuamente significa che è ancora peggio, sei sempre l'ultima arrivata, non conosci nessuno, persino la pausa pranzo diventa uno strazio in mezzo a perfetti sconosciuti oppure nell'angolino da sola. Sono una persona socievole e quindi non ho mai avuto problemi coi colleghi (piuttosto mi faccio andare bene gente spregevole), ma è una sensazione orribile sapere che sono sempre TUTTI più bravi di te (perchè arrivati prima) e tu sei SEMPRE in lotta per farti spazio in un team sconosciuto.
Quindi...no, non sarebbe meglio. :-/

Carla ha detto...

Hai saputo qualcosa? Quando ci vediamo?

Carla ha detto...

Hai saputo qualcosa? Quando ci vediamo?