domenica 28 febbraio 2016

No, veramente questi sarebbero nostri

Mastico un pezzo di brie impanato almeno 3 volte e fritto, cercando di sentire un gusto diverso da quello dell'olio esausto a 180° usato da chissà quante ore nella friggitrice della cucina. Sono in questo pretenzioso costoso ristorante con - di fronte a me, alla mia sinistra - persone che gongolano per essere lì. Quelli del "ce l'ho fatta" "io sono arrivato". Che faticano a usare un congiuntivo e masticano dialetto perchè dimenticano le parole in italiano.
Vorrei apparire meno snob in questo momento. Ho solo la quinta superiore, io. Non sono laureata. Non ho nobili natali, nè frequento circoli di scrittori o letterati. Eppure in questo momento mi mordo la lingua per evitare di correggere ad alta voce i miei interlocutori ogni volta (e accade spesso) che sbagliano a parlare.
Fosse solo una questione di grammatica, credo mi rilasserei e basta. Purtroppo sono i contenuti a mancare completamente. Mi sento morire quando l'ospite d'onore, introdotto per la prima volta al gruppo proprio ieri sera, racconta che "in Australia pare ci siano degli indigeni, non so come si chiamano..." 
"Aborigeni!" suggerisce qualcuno che probabilmente quel giorno di 15 anni fa, a lezione, stranamente non dormiva. "...ecco ci sono gli aborigeni che sono ancora dei selvaggi! Cioè, forse non è che cuociono in pentola gli esploratori, ma ecco...io...non credo che vorrei incontrarli. E se fossero pericolosi?". 
Mai quanto gli australiani che gli hanno rubato terre, tradizioni e bambini dal 18esimo secolo fino a pochi anni fa, direi, ma ho evitato di dirlo ad alta voce per non turbare una mente semplice.
Non è il punto più basso raggiunto durante la serata, comunque. Credo di aver distintamente sentito grattare il fondo, con rumore anche di unghie che si spaccavano e sangue che usciva a fiotti, quando arriviamo alla porta dopo aver pagato 42 euro per uno 
stupido 
hamburger 
vegetariano, e piove. Come d'altronde pioveva da ore, vorrei pedantemente sottolineare. Ma ormai lo avete capito. sono io quella cattiva in questa serata.
Comunque, Piove, e tre persone del nostro gruppo se ne lamentano. L'unica di queste 3 persone che aveva portato un ombrellino non lo trova più. Smarrito, o preso da qualcuno uscito prima di noi dal ristorante. Una di quelle cattiverie che capitano nelle città in cui l'egoismo, la mancanza di cultura della legalità e il menefreghismo portano a un sacco di problemi sociali. 
Sento lamentarsi della cosa il gruppo, poi, accade: ecco la brillante soluzione. 
Arraffano tre ombrellini (scegliendo con cura quelli dai colori e dalle stampe più graziosi) e con noncuranza imboccano la porta.
Apro il mio ombrello, mio marito fa altrettanto col suo. Sottolineo che quando dico "mio" e "suo", intendo che li abbiamo pagati con regolare scontrino fiscale, mesi addietro.
Vorrei dire qualcosa, ma mi si strozzano in gola le parole. Non so da che parte cominciare, perchè per mia sfortuna non mi è permesso litigare con queste persone a meno di non incrinare i rapporti, e anche se io lo vorrei tantissimo, a dire il vero, per varie ragioni non posso proprio farlo.
Come vorrei, davvero.
Camminiamo vicino a un canale d'acqua, chiacchieriamo per qualche minuto senza che nessuno noti il mio silenzio assordante, poi torniamo sui nostri passi proprio davanti al ristorante. Faccio l'ingenua domanda "e se qualcuno riconoscesse i propri ombrelli tra quelli che state utilizzando?" e l'ospite d'onore ridendo dice che mentirebbe e direbbe che ha comperato altrove il proprio ombrello. OVVIAMENTE.
Poi, dopo una piccola riflessione silenziosa, sollecita me e mio marito a girare i nostri ombrelli per coprire la scritta che capeggia su ognuno dei nostri. Perchè la scritta, che è una nota marca, quella sì è riconoscibile.
"No, veramente quelli sarebbero i nostri ombrelli per davvero". 
Conversazione terminata.

6 commenti:

Silvia ha detto...

Non ho parole. Non ho parole. Non ho parole. Schifo.

clara ha detto...

Ahahah! Che merdavigliosi esemplari di esseri umani!

Zion ha detto...

@silvia: appunto! come me.

@claretta: ora che sono ripartiti, non mi mancheranno.

Viviana B. ha detto...

Ecco, io non riesco a comprendere come una bella persona della tua caratura possa anche solo vagamente avere a che fare con individui di questa risma. Il mondo è bello perché è avariato, ripeto spesso, e leggere questo tuo post me ne ha dato conferma. Che dire? Io continuo a credere che presto o tardi quello che si dà si ottiene...

Zion ha detto...

@vivib: mi fai un complimento troppo grande, ma concordo con te che torna indietro tutto. Perciò, non ci resta che andare avanti con i nostri princìpi, anche se sono in contrasto con chi ci circonda, almeno siamo in pace con noi stessi. E siamo CIVILI.
Prendo in prestito il tuo motto e lo riutilizzerò alla prossima che vedo!

Anonimo ha detto...

Mamma mia...
ho a che fare con situazioni simili anch'io e rimane solo il silenzio.
Abbraccio!