lunedì 20 luglio 2015

L'inutilità di fare bella figura

Sono seduta alla mia scrivania imprestata, in un callcenter vuoto (faccio formazione a questi personaggi belli e immacolati come bimbi alla comunione).
Qui si parlano 11 lingue diverse, e io insegno il CERCAVERT a occhi grandi e spalancati manco stessi parlando dello sbarco degli alieni.
Non che sia il mio lavoro spiegare una funzione di excel, no affatto, dovrei piuttosto spiegare il sistema gestionale su cui lavorano, dovrei insegnargli processi aziendali su cui basare le proprie scelte quando un cliente li contatta, ma le vere magie del nostro lavoro le fa excel, merdaviglioso foglio di calcolo dotato di un potenziale tale da non esser mai stato messo da parte dacchè è nato.
Dovrei darlo per scontato, se arrivi a occupare una posizione come questa, col tuo telefono, le tue 4 lingue, e il doppio schermo che tu riempi tutto.
Invece al colloquio evidentemente ti hanno selezionato così: sai accendere un pc? No? PRESO LO STESSO.
Ho capito che parli l'olandese e il norvegese, ma un minimo sforzo per accoppiare in pochi clic dei valori invece che metterci 2 ore e 40 minuti a mano, potresti anche farlo.

Sono abbacinata dalla difficoltà di organizzare le mail di Outlook, vera scienza peraltro con corollari quali "apro un task e metto un reminder" e "vedo le mail raggruppate in conversazioni": mi sento Einstein a parlare con voi, mi sento una scienziata, e questa cosa invece di farmi bella mi spiace molto, perchè siete personcine per bene, ma santiddio spero che non siate così imbranati a cucinarvi delle uova o a stirarvi una camicia, anche se date esattamente quella impressione lì.

Non mi fate tenerezza dall'alto dei vostri 30 anni sfiorati, siete uomini e donne vere, sono sicura che ce la possiate fare, ma vi manca una cosa che io ho forse imparato per forza o forse ce l'avevo ma non avevo capito. L'attitudine, come dicono gli americani.
L'attitudine a voler adattarsi a una situazione in cui non sapete fare tutto, in cui il nuovo vi spaventa.
Ma vi capisco, io al nuovo non mi abituo mai, sono terrorizzata, dentro e fuori, probabilmente il mio panico si respira benissimo. Eppure si fa, si deve fare, a testa bassa, il dovere prima di tutto, non lo setite il vostro Super Io che vi schiaccia come polpette?
Io sì, ho questo Super Io ingombrante come se ci fosse per sempre mia madre lì a giudicare e mio padre a scuotere la testa. Non si può competere con un avvocato e un ingegnere che stanno appollaiati sulla spalla in una immaginaria icona grottesca di disapprovazione, perciò si fa tutto, si fa sempre, anche se non si vuole.

Fumo l'ennesima sigaretta e mi ripeto: "ho ricominciato a fumare".
Tranquilli, sono bravissima a smettere: lo faccio in continuazione. :-P

5 commenti:

RES ha detto...

È già qualcosa accettare la responsabilità di dover insegnare qualcosa a qualcuno, io non me le prendo certe beghe, ci provo con mia figlia ma è uno scambio di insegnamenti più che un rapporto maestro studente, fumo mentre ti leggo e penso a quanto sia facile smettere e ricominciare, smettere e ricominciare

Viviana B. ha detto...

Caxxo, ma solo a me non capitano mai i datori di lavoro "Sai accendere un computer? No? Preso lo stesso!"?
Sono a casa da più di un anno e mi rendo conto di aver acquisito tali e tante competenze da poter bagnare il naso ai 2/3 dei giovinastri freschi di diploma o di laurea che si affacciano speranzosi al mondo del lavoro e che, magari come questi tuoi studenti, non si mettono neanche d'impegno per imparare cose nuove.
Vorrei sorridere di questo tuo post, ma in realtà mi monta una rabbia che non ti dico!

Carla ha detto...

Sigh, lavoro in un call center (che loro dicono di no ma fanculo, rispondo tutto il giorno al telefono quindi sì, è un fottutissimo call center) e forse non ho qualifiche da studio ma mi sento molto più in gamba di così. Anche se non parlo le lingue. E questi invece nada. Il potenziale di una ferrari ma che viaggia in prima e quindi è inutile. Bestemmie a profusione.

Anonimo ha detto...

Ma il gestionale su cui fai formazione e' SAP? Comunque io lavoro in una multinazionale occupandomi di controllo industriale di gestione e vivo costantemente sotto pressione.. Ti capisco!

Zion ha detto...

@RES: hai una figlia? Ti conosco da poco, e non lo sapevo. Dev'essere bello lo scambio con lei. :-)

@vivib: sai che ne sono perfettamente consapevole che chi ha esperienza vale diecimila volte più di una neoassunzione, con tutto il rispetto per un neoassunto che da qualche parte dovrà pure cominciare. Ma il fatto di sapere cosa fare, come muoverti, il fatto di essere autonomo...no quello è troppo importante. Eppure sembra non interessi a nessuno, non abbastanza. Non capisco perchè.

@Carla: io lo so che sei molto più in gamba di così! :-)

@anonimo: ciao anonimo, è bello sentire della solidarietà. Ma chissà se è proprio necessario arrivare a certi punti di pressione e stress. In Italia sembra sia l'unico modo di lavorare, ma non riesco a rassegnarmi.